8

7^ SETTIMANA – USCIAMO DAL MUSEO, MA A QUEST’ORA NON CI SONO PIÙ TRENI. (pag. 92 - 95)

Ormai manca pochissimo alla scadenza per l’acquisto della villa per il museo, come faremo ad arrivare in tempo? 

Prendiamo dei tramezzini e ci sediamo al parco davanti alle sponde del Po per mangiare e studiare un piano. 

Sono emozionata all’idea di tornare a casa, vedere il negozio e soprattutto gli amici. Mi sono mancati così tanto che alle volte ho l’impressione di averli di fronte a me. Guardo il fiume e vedo un marinaio che mi ricorda tanto Ulisse. Mi sembra addirittura che mi stia chiamando. 

«Fiorella, Fiorella!». 

Possibile? Ho le traveggole?

«Ulisse, ma sei proprio tu? Cosa ci fai qui?»

Di tutte le sorprese di quest’estate, questa le batte tutte senza dubbio!

«Beh, Nicoletta mi aggiornava sui vostri progressi e spostamenti e… ecco… ho pensato che forse potevate avere bisogno» risponde il bagnino. 

«Di’ la verità, Ulisse, ti mancavamo eh?» lo incalza Filippo, facendolo diventare paonazzo. 

Ortensia ancora una volta è brava a togliere tutti dall’imbarazzo:

«Ulisse sei arrivato esattamente nel posto giusto e al momento giusto!  Stavamo proprio cercando un mezzo per tornare nella nostra città. A proposito, su cosa stai navigando? Questa non è la tua barca». 

«No, infatti, questa è l’house boat di mio cugino Ettore. Lui vive qui. Gli ho chiesto di prestarmela per qualche giorno e sostituirmi al lavoro. Ora venite, vi riporto a casa!» 

Ulisse mi allunga la mano per aiutarmi a salire sulla barca. 

Non resisto e lo abbraccio forte, sono così felice ed emozionata di vederlo!

Dopo un primo momento in cui ci guardiamo in silenzio, sotto a un cielo stellato estivo inizio a raccontargli per filo e per segno tutte le avventure vissute. Non potevo chiedere di meglio! 

Ci sistemiamo per la notte all’interno dell’house boat, che è proprio come un camper, ma per l’acqua. 

È dotata davvero di ogni comfort: ci sono una bella cucina, una bella sala da pranzo sotto coperta e un’altra sul ponte, che si affaccia sul fiume, un divano letto, il bagno e due camere,che gli uomini hanno lasciato a noi donne. 

Sistemo sul comodino la foto di Ginestra e sprofondo nel sonno…

Una nuova alba ci sveglia e, dopo un’abbondante colazione, eccoci a navigare sul Po verso il mare Adriatico. 

Attraversare la pianura dal fiume è una sensazione davvero piacevole e rilassante. Procediamo dolcemente tra pioppeti, stormi di aironi e di gabbiani, borghi e paesi che verrebbe voglia di visitare uno a uno.

«Vorrei portare la meraviglia di questo viaggio anche a Nicoletta» rifletto a voce alta.

Rosetta mi sorride: «Tu hai sempre in mente le persone a cui vuoi bene, sembra che siano pezzetti di te». 

«È proprio così, non potrei fare a meno di loro, anzi di voi. Anche tu entri di diritto nella compagnia della barca, in fondo adesso siamo su una barca, no?» le dico, abbracciandola forte. 

Isacco interviene, ridendo: «Compagnia della barca non basta più: siamo la compagnia del camper, della mongolfiera, del treno, della house boat e chissà di cos’altro! Forse meglio trovarci un nuovo nome». 

«Che ne dite della compagnia degli esploratori?» propone Anna. 

Il nome piace proprio a tutti e ci riporta col pensiero all’ultimo passo della nostra avventura.

Non saprei dire quanto tempo di navigazione sia passato, quando Ulisse annuncia: 

«Sta cambiando l’aria, significa che siamo quasi arrivati». 

È vero, sento la brezza marina e il mio cuore inizia a battere forte.

Siamo entrati nel delta del Po. Mi gusto il paesaggio: canneti e piante acquatiche sulle sponde, fenicotteri rosa, così fieri, grandi, con il loro becco strano, il piumaggio rosa intenso…

È un paesaggio affascinante, un’oasi ricca di canali, colori di acqua e di cielo, natura, silenzio, pace.

Ortensia ci ha spiegato che la riserva naturale del Po è un’opera d’arte come quelle custodite nei musei; racconta una storia come fanno le rocce e i fossili. 

Siamo alla foce: agli ormeggi ci sta aspettando la cara BEA17, la barca a vela di Ulisse. Eccolo, dopo tanto tempo, il mare! 

Non c’è nulla che mi dia serenità e energia come guardare il mio mare, calmo o in tempesta non importa. Il suo orizzonte mi dà sempre tanta speranza. 

Sono appena scesa dalla house boat, quando grido:

«Aspettate, ho dimenticato la foto di Ginestra in camera».

«Non ti preoccupare, te la recuperiamo noi» mi dice Ulisse, ancora sulla house boat con parte della compagnia.

Ortensia la prende dal comodino e la passa a Isacco, che la passa a Ulisse, che la passa a Filippo, che invece di passarmela, me la lancia e… indovina? La cornice cade a terra e il vetro va in frantumi. 

«Oh Fiorella, scusami tanto, pensavo riuscissi a prenderla, te ne comprerò una nuova» mi dice Filippo.

Rosetta si china per raccogliere la foto e esclama: «Guardate, dietro la foto c’è una mappa!». 

Cosa? Accorriamo tutti a vederla: è proprio la mappa di Pan-el-Gran! Ecco dove l’aveva nascosta Ginestra!

Non ci posso credere, per tutto il tempo l’abbiamo avuta con noi e non lo sapevamo!

Esaltati dalla scoperta saliamo sulla Bea17, stringendoci intorno all’antica carta per esaminarla. Il vento soffia una frizzante brezza di mare che sembra farci volare verso il tesoro! 

Finalmente vedo in lontananza il faro che indica il porto della mia città. Ora sento che ce la faremo!

7^ SETTIMANA – USCIAMO DAL MUSEO, MA A QUEST’ORA NON CI SONO PIÙ TRENI. (pag. 92 - 95)
Capitolo 8 - Indice

    Paragrafi